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Dalla Cucina Molisana alla Fraternità

Il Maiale di Antonio (non ancora cucinato)

Quando pranzo da sola mi piace guardare la trasmissione su TV8 Cuochi d’Italia con Alessandro Borghese. È bello scoprire la creatività delle cucine regionali, e devo dire che, davanti a tanti programmi di discutibile livello, questo mi sembra veramente interessante e arricchente. Dico così non solo perché sono una buongustaia ma soprattutto perché apprezzo conoscere le varie tradizioni, ciò che c’è dietro ai piatti tipici che spesso raccontano storie importanti di povertà, creatività e amore ma soprattutto mi interessano le storie delle persone che hanno seguito la propria passione e considerano la cucina un’arte, un’arte che vuole sorprendere e coccolare il proprio pubblico.

E poi diciamocelo, l’Italia sotto questo punto di vista non ha concorrenti.

Ormai siamo arrivati alla sesta edizione. Anche ieri ho accesso la TV e con mia enorme e piacevole sorpresa si sono unite in una cosa sola due mie passioni: la cucina e il Molise. Infatti uno dei concorrenti era lo chef Luca Emanuele del Ristorante Miseria E Nobiltà a Campobasso.

Mi si sono illuminati gli occhi e ho tirato fuori la trombetta per fare il tifo!

Luca ha incantato i giudici con i suoi piatti ma soprattutto con la sua passione per il Molise, il suo motto era Obiettivo Molise.

Mi sono rimaste impresse le parole di Cristiano Tomei, uno dei giudici, che presentando il carrello pieno di prodotti tipici molisani ha detto: “Alla faccia di chi dice che il Molise non esiste, è ricchissimo!”. Anche Gennaro Esposito, l’altro giudice, davanti ad un piatto che ha preparato il nostro concorrente ha espresso la sua stima dicendo: “Hai buttato il cuore oltre l’ostacolo!”.

Questa frase mi fa riflettere molto su quanto sono importanti il coraggio e la passione, l’amore per quel che si fa. Questo ragazzo di Campobasso ha saputo veramente difendere la propria professionalità e creatività.

La sfida di oggi si è svolta tra Luca e Marco che rappresentava il Veneto.

I due sfidanti

Il gioco prevede varie fasi dopo le quali arrivano in finale solo i cuochi più bravi e creativi. A questo punto della gara due concorrenti si misurano con la materia a loro sconosciuta, cioè proveniente dalla regione contro la quale si gareggia, integrandola con i prodotti della propria terra.

Ci vuole quindi tanto coraggio, ma anche tanta professionalità e capacità nell’avviarsi in terreni sconosciuti.

Marco ha portato il Morlacco, un formaggio della tradizione veneta, molto pregiato e considerato un monumento culinario.

Luca invece mi ha commosso portando il Maiale di Antonio. Vi chiederete chi è Antonio? Anch’io me lo sono chiesta! È un allevatore molisano che con molta cura tratta la materia prima. Luca ha voluto portare con se non solo il prodotto di ottima qualità ma le persone che vi sono dietro.

Volete scoprire cosa di buono ha preparato il nostro cuoco?

Le sue proposte erano: nella prima sfida i Cavatelli con il Morlacco e funghi porcini che ha chiamato “Il Senatore Cappelli in viaggio in Veneto”. La sua pasta fatta a mano con la farina grezza ha entusiasmato molto i giudici, che hanno ringraziato Luca per il modo con cui propone e tratta la materia prima, anche il trattamento del Morlacco, il protagonista del piatto è stato apprezzato e premiato con un buon punteggio. Luca è risultato un cuoco di tanta bravura.

Nella seconda sfida ha lavorato vari tagli di carne di maiale preparando il maiale in tre versioni ribattezzato “Tutto maiale” accompagnando ogni tipo di carne con un contorno adeguato. Questo piatto ha provocato quasi l’incredulità dei giudici davanti ad una portata così complessa ma preparata veramente bene e in poco tempo.

Il Maiale di Antonio (appena cucinato)

In tutte e due le sfide il Molisano ha ricevuto dei voti molto alti, conquistando entrambi i giudici, infatti è stato lui il vincitore della puntata con un punteggio di 33 a 30! Come vedete la sfida era molto equa e di alto livello, i due chef hanno veramente dimostrato la serietà, la capacità e la passione per la cucina.

Uno dei punteggi per Chef Luca

Beh, ringraziamo Luca per il lavoro ben fatto e per il cuore che ci ha messo e io lo seguirò, con l’augurio che il Molise possa vincere il titolo di quest’anno.

Questo è sicuramente un punto forte del Molise, la sua cucina ricca, casareccia e gustosa, ma che deve essere soprattutto condivisa. Io credo infatti che il miglior piatto al mondo mangiato da solo non sarà mai buono quanto un piatto di pasta asciutta condiviso con un amico un pellegrino.

Il Molise mi ha sempre trasmesso la sua ospitalità e il desiderio di farmi sentire a casa: questo grazie alla signora che alla Casa del Pellegrino di Castelpetroso ci ha preparato la torta al cioccolato fatta in casa; grazie all’accoglienza della Casa Famiglia Iktus e alla splendida squadra di cuoche; grazie agli amici della Trattoria da Endryu a Termoli dove il caffè viene servito nella moka tradizionale con i buonissimi cantuccini; ai prelibati antipasti di pesce del Ristorante da Nicolino che ci ha offerto il buon Cleofino Casolino sempre a Termoli; grazie alla tavola addobbata a festa, che aspettava il nostro arrivo all’Agriturismo Giacomo Alberione a Roccavivara e tanti altri.

La tavola è il simbolo del cuore della casa attorno al quale si unisce la famiglia, la comunità, dove si accoglie il pellegrino, dove l’ospite trova ristoro. Noi Cristiani ci riuniamo intorno alla mensa per nutrirci insieme del corpo di Cristo. Lui ci accoglie nella sua casa e ci prepara una tavola imbandita, ecco perché Dio lo possiamo incontrare nel fratello che mi ospita nella propria casa e mi offre ristoro. Questa è una delle esperienze che ho fatto durante i miei soggiorni in Molise, per cui ogni volta sorrido al pensiero di tornarci.

Caterina

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